Io, per fortuna, faccio parte di una generazione che ancora ricorda il profumo che invadeva le nostre case nel periodo Natalizio.
Un odore di abete, muschio, corteccia di legno, miele e cannella, e per miele intendo il miele d’api che tutti conosciamo, ma soprattutto il “miele di fichi” che è noto solo da noi terroni!
Tornando allo spirito Natalizio, già dai primi giorni di Dicembre, se non Novembre, si usciva una domenica per andare con mio padre a raccogliere il muschio per il Presepe.
Si, andavamo nei boschi di castagni o pini, non troppo in alto nelle montagne della Sila Piccola, nelle zone più ombreggianti, a scegliere il profumato muschio verde, alto e morbido. Lo adagiavamo in cassettine aperte al fondo in modo da scrollare il terriccio più grosso e si portava a casa, dove mia madre lo “pettinava”, lo puliva bene da insettini o residui e lo lasciava fuori dal balcone fino al suo uso.
Poi si andava a scegliere l’abete, non pino. “Non troppo grande!” si sentiva ancora l’eco di mia madre nell’androne delle scale, e noi che sembravamo Qui Quo e Qua (io, mia sorella e mio padre), ci guardavamo ridendo sotto i baffi perché sapevamo già che lo avremmo poi dovuto accorciare perché la punta avrebbe raggiunto il soffitto!
Arrivare al “venditore di fiducia” che ogni anno scaricava centinaia di alberi all’angolo sotto il ponte, girare tra i rami e scegliere… “Questo Papà! Prendiamo questo!” Si caricava sul bagagliaio della macchina e … via verso casa decidendo chi si sarebbe preso la colpa di aver scelto l’albero troppo grande!
Già arrivati al portone bisognava salirlo a piedi perché in ascensore non entrava!
Arrivati in casa già si sentiva odore di Natale!
I termosifoni caldi aiutavano l’albero a diffondere il suo profumo, la terra nel vaso, la posizione nel corridoio centrale, mamma che iniziava a preparare gli addobbi e papà in soffitta intento a scendere il presepe.
Io e mia sorella avevamo gli occhi che brillavano di gioia! Non ci sarebbero servite illuminazioni!
Albero pronto! Dorato, Argentato, Rosso brillante, Blu Bianco, Capelli d’Angelo e luci colorate, ne facevano da padroni, e sotto prendeva vita il presepe: Strato di telo di naylon (obbligatorio per la salvaguardia delle nostre vite, altrimenti il marmo di sarebbe rovinato e lo sconto della pena sarebbe stato ergastolare per me e mia sorella, una volta dimenticandolo lo abbiamo dovuto smontare tutto e rifarlo!)
Poi muschio, pezzi di corteccia, la capanna, fatta a mano da papà con legno e corteccia, pastori e pecore, bue e asinello e loro: Maria e Giuseppe che guardano una mangiatoia vuota!
Mi sono sempre chiesta se non si potevano fare due versioni di Maria, una con il pancione e una con il Bambinello, sarebbe stato più realistico sostituirle la notte di Natale!
E poi le statuine dei re Magi e il Bambin Gesù ben nascoste dietro la capanna, pronti per esser tirati fuori nei giorni stabiliti.
Ovviamente tutto in misura proporzionale ad un Bambinello di 10 cm!
Preparato tutto si metteva il puntale all’albero e la stella cometa sulla capanna ed ecco lì pronto dopo una intera giornata di attività il nostro Natale.
Le cose che poi davano aggiunta più dolce al profumo di casa, erano i dolci:
Scaliddri, Turdiddri, Chinuliddre e Ciccitieddri, (per onor di cronaca scrivo anche Scalilli, Turdilli, Chinulilli e Ciccitielli ma chiedo perdono!)
Sono dolci tipici della mia città, che nel periodo Natalizio si mangiano a colazione, dopo pranzo, merenda e cena, e fino a quando si andava a scuola anche come merenda per la ricreazione!
A parte le singole ricette, diverse e con molte varianti, la cosa fondamentale è la copertura: Dolce e Appiccicosa!
La classica è una infuso di miele di fichi puro riscaldato in pentola per poter avvolgere meglio il biscotto, ma io preferisco una variante più moderna, si parla di una ricetta di 50 anni fa o più:
Miele di Fichi
Miele d’api
Scorza di Arancia
Cannella
Chiodi di garofano
Versato caldo sui biscotti li rendono dorati e dolci, anche perché di base nelle ricette che magari vi scriverò, non sono molto zuccherose.
Le varianti possono essere anche con glassa di cioccolato, miele d’api puro, glassa bianca, aromatizzata all’arancia… e così via ma poi perdono l’essenza del dolce tipico.
Insomma, Miele, muschio e Abete erano gli ingredienti del mio natale da bambina.
Ora si predilige l’albero sintetico e magari i biscotti di pan di zenzero, ma al di la della salvaguardia ambientale e del nazionalismo io ogni 8 Dicembre sento quell’odore nei miei ricordi!
Buona Immacolata Concezione a tutte!