Quello della violenza di genere e, in particolare, della violenza sulle donne rappresenta un tema di stretta attualità, ma che ha ricevuto la giusta attenzione solo da pochi anni. Infatti, sebbene il fenomeno esista dalla notte dei tempi, è dall’inizio degli anni ’90 che si parla di violenza di genere e solo dal 1993 che la violenza sulle donne viene riconosciuta come violazione dei diritti umani. Ma bisogna aspettare il 2002 perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiari le violenze subite dalle donne come un problema di salute pubblica e si cominci ad analizzare il fenomeno a livello internazionale.
Molte e molto diverse tra loro sono le forme di manifestazione della violenza che le donne sono costrette a subire: violenza fisica, abusi psicologici, violenza sessuale e atti persecutori con le loro numerose modalità di attuazione(comunicazioni indesiderate, contatti indesiderati e/o comportamenti associati).
Le comunicazioni indesiderate danni vita alla sotto categoria del Cyberstalker, visto che, ormai, gran parte delle comunicazioni avvengono tramite internet. I contatti indesiderati si concretizzano in pedinamenti, intrusioni e furti nell’abitazione della vittima, sorveglianza della vittima, approcci diretti. I comportamenti associati indicano quelle forme di manifestazioni delle molestie che si concretizzano in minacce, doni non richiesti, ordini o cancellazioni di beni e servizi.
Molteplici sono pure le fisionomie che può assumere la figura dello stalker : il risentito o rancoroso(che pensa di essere vittima di un maltorto), il bisognoso di affetto, il corteggiatore incompetente(incapace di avere una relazione equilibrata),il respinto o rifiutato, il predatore(eccitato dal disagio che provoca con i suoi comportamenti assillanti).
Notoriamente la violenza più diffusa è quella intrafamiliare, che si consuma tra le mura domestiche, e si concretizza in una serie di azioni che hanno come scopo comune il dominio e il controllo del partner attraverso violenze psicologiche, fisiche, economiche e sessuali.
Con l’espressione “ciclo della violenza” si è soliti indicare l’insieme delle modalità attraverso cui un uomo violento persegue il suo intento di sottomettere la partner facendola sentire totalmente incapace, debole, dipendente da lui.
…non è facile fornire dati ufficiali sulla violenza subita dalle donne poiché solo una minima percentuale di esse trova la forza di denunciare.
L’attenzione che finalmente si dedica al problema della violenza sulle donne ha permesso di mettere a punto strategie di intervento e protocolli che coinvolgono numerose figure professionali come i medici di famiglia e di pronto soccorso, psicologi, forze dell’ordine e magistratura e molte istituzioni come i centri anti violenza e i consultori familiari.
Basti pensare che una richiesta di aiuto inviata tramite il 112/113 viene monitorata e catalogata seguendo schemi precisi codificati nel Protocollo EVA messo a punto dal Ministero dell’Interno. Ogni volta che si formalizza una denuncia per violenza subita dalle donne, l’operatore di Polizia indica alla vittima i centri anti violenza della provincia di residenza ai quali potrà rivolgersi.
Altra novità delle più recenti normative che hanno permesso di ratificare la convenzione di Istanbul, è l’ammissione al gratuito patrocinio da parte di un legale che viene garantito a tutte le donne che denunciano una violenza subita.
Tutti segnali forti che, però, rischiano di rimanere sterili norme se a tutto ciò non si accompagna una rivoluzione culturale che deve partire dagli uomini…tutti quegli Uomini (con la lettera maiuscola)che si sentono offesi ogni volta che qualcuno si autodefinisce uomo e usa violenza sulle donne per nascondere la sua insicurezza, la sua incapacità di vivere un rapporto di coppia paritario impostandolo, al contrario, sull’insopprimibile desiderio o bisogno di dominare, controllare, possedere l’altra come se fosse un oggetto di sua proprietà.
…una rivoluzione culturale che deve partire da lontano…regalando ai nostri figli la serenità, le attenzioni e l’amore che meritano, perché solo un bambino che si sente profondamente amato diventerà un Uomo(con la lettera maiuscola) capace di amare e rispettare le donne che incontrerà nella sua vita.