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I cactus possono essere coltivati all’aperto per tutto l’anno in molte regioni d’Italia, soprattutto in Sicilia dove molte specie sono naturalizzate.
Ma essi sono anche coltivati a fini ornamentali per interni o serre fredde.
Alcune specie, più delicate, hanno bisogno di protezione dalla pioggia e dall’umidità piuttosto che dal freddo che esse, in realtà, sopportano piuttosto bene. Infatti esiste il rischio che le piante possano marcire, durante l’inverno, proprio a causa della pioggia e dell’umidità.
Con il termine di uso comune “cactus”, si è soliti indicare la parte più vasta della famiglia delle cactaceae, quelle sprovviste di foglie. Questi cactus, oltre ad essere sprovvisti di foglie presentano areole pelose, spine e fiori.
I fiori non sono mai peduncolati ed il loro ovario è direttamente connesso con il fusto.
I cactus, a seconda della specie, possono emettere polloni basali che sorgono più o meno dal terreno, possono continuare l’accrescimento del fusto, oppure ramificano naturalmente a partire dall’areola. Ma qualunque specie che produca fiori impiega una grande quantità di energia nella loro formazione.
I cactus sono originari delle Americhe: del Messico, del sud degli Stati Uniti e del Sud America. In questi territori le piante si trovano sia negli ambienti umidi delle foreste, sia nelle praterie e sugli altipiani aridi. questi ultimi sono la loro stazione preferita non solo nei periodi di siccità, ma anche nei periodi di freddo intenso.
I cactus, come tutte le succulente, presentano una parte aerea spesso ridotta, con un corrispondente apparato radicale molto sviluppato, per permettere alla pianta di cercare e trovare, in terreni ben drenati, l’umidità loro necessaria ad un giusto grado.
Un cactus in vaso necessita di un terriccio molto poroso, ma ricco, oltre che della giusta quantità di acqua. Quindi, potremo avere delle piante sane che producono bei fiori, osservando questi due semplici accorgimenti: un terriccio di qualità, e l’osservanza di un giusto periodo di riposo di circa tre mesi, che solitamente coincide con il periodo invernale, durante il quale la pianta dovrà essere quasi all’asciutto e con bassa temperatura.
Il terriccio dei cactus, come già detto, deve essere ricco, poroso e potrà essere composto da due parti di terriccio concimato con letame maturo, una parte di torba ed una parte di sabbia grossolana perché se troppo fine potrebbe creare una specie di crosta, impedendo l’evaporazione dell’umidità invece di aumentare il drenaggio. Essendo molto spinosi, i cactus non hanno bisogno di molto concime e sarà sufficiente rinvasarli ogni due anni in un composto del genere e cresceranno benissimo.
Il periodo migliore per il rinvaso è quello del periodo vegetativo che si svolge, per la maggior parte delle specie, tra marzo e settembre ed è preannunciato dall’inizio della nuova crescita.
I vasi dovranno essere ben puliti e ben drenati. non dovranno essere molto grandi, altrimenti favoriranno la formazione dell’umidità. Possono essere usati vasi di plastica, ma non essendo quest’ultima, porosa, le innaffiature dovranno essere maggiormente distanziate e bisogna evitare che l’acqua ristagni alla base, proprio per evitare l’umidità e che quindi le radici possano marcire.
La parte più importante nella coltivazione dei cactus è proprio l’innaffiatura. Infatti si crede, comunemente, che queste piante non abbiano bisogno di acqua, ma ciò è vero solo in parte.

I cactus non devono essere innaffiati o quasi, nel periodo del riposo invernale, soprattutto in presenza di basse temperature. Negli appartamenti, in cui le temperature sono più elevate, i cactus richiedono più acqua altrimenti potrebbero seccare anche in inverno.
Nel periodo vegetativo le innaffiature dovranno essere regolari e soprattutto non bisogna dare acqua se il terriccio risulta umido.
I cactus hanno straordinarie capacità rigenerative per cui è molto facile moltiplicarli per talea, ma
la loro riproduzione avviene tramite seme.

https://youtu.be/F5dT_B4murU

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